Abbazia di Pomposa: vivere nell’anno mille per un giorno.

L’abbazia di pomposa racconta l’affascinante storia di un grande centro culturale del medioevo, che da territorio inabitato divenne crogiolo di spiritualità e cultura. Pomposa rievoca il suo splendore medievale e mette in mostra i suoi tesori restaurati.

Quella che oggi ci appare come una pianura diligentemente coltivata ed irrigata, era in origine un acquitrino paludoso e malsano in balia delle bizze del fiume Po. L’abbazia di Pomposa, il cui campanile contrasta con il panorama pianeggiante, era anticamente un’ isola. L’insula Pomposiana era circondata infatti dalle acque del Po di Goro, del Po di volano e del mare adriatico. L’insediamento della prima comunità monastica risale al VI- VII secolo, ma le prime tracce relative alla presenza dell’abbazia benedettina risalgono solo al IX secolo. L’insediamento, fondato dai monaci di san Colombano, passò nel 981 alle dipendenze del monastero di San Salvatore e vent’anni più tardi sotto l’arcidiocesi ravennate, da cui si rese successivamente indipendente grazie ad un periodo di grande ricchezza e fama.

L’abbazia così come appare oggi, venne consacrata nel 1026 dall’abate Guido, e qualche anno più tardi, nel 1963, fu terminato il maestoso campanile, chiaro simbolo della potenza economica e culturale raggiunta dall’Abbazia. La fioritura di questo cenobio fu legata alle condizioni politico-religiose e soprattutto alla sua posizione. L’abbazia è ubicata lungo la via Popilia, poi denominata Romea in quanto collegava l’Europa nord-occidentale con Roma, ed era, anche allora, una tappa obbligatoria per molti viaggiatori. La presenza dei fiumi assieme all’attività di bonifica dei monaci, la rese altamente fertile e adatta all’attività agricola, a cui seguì un forte aumento demografico e un’ incredibile espansione economia e spirituale/culturale che ebbe il suo culmine intorno all’anno 1000. Pomposa doveva apparire come una cittadella fortificata, dotata di chiostri, torri e un palazzo delle Ragione in cui veniva amministrata la giustizia.
Successivamente, a causa di fattori geografici e ambientali, primo tra tutti la rottura degli argini del Po a Ficarolo (1152) e il conseguente impaludamento, iniziò un lento declino. L’isola Pomposiana scomparve tra le acque e i monaci furono decimati dalla malaria. Nel 1663, dopo aver trasferito tutti i beni presso il convento di San Benedetto a Ferrara, il monastero venne soppresso e la struttura lasciata in completo abbandono ad eccezione della chiesa che divenne parrocchia. Le strutture del convento vennero utilizzate come magazzini agricoli e luoghi di servizio, compromettendo definitivamente gli affreschi delle pareti e l’architettura originale. Si dovranno aspettare i grandi restauri del 1920-1930 per vedere riemergere i preziosi dipinti dalle pareti, e per poter ammirare gli ambienti così come ci appaiono oggi.
pompPer ammirare nel migliore dei modi il contesto pomposiano, la primavera è senz’altro la stagione migliore. I numerosi itinerari locali, percorribili a cavallo o in bicicletta, si addentrano nel delta del Po, tra le terre bonificate e giungono fino al mare. Inoltre, ad inizio giugno l’Abbazia di Pomposa rievoca il suo momento di massimo splendore grazie all’evento “Pomposia Imperialis Abbatia” che riproduce importanti episodi e scorci di vita quotidiana, riuscendo a creare la suggestione di un ritorno all’anno mille, che fu per l’Abbazia il momento di maggior fermento spirituale e religioso.
Nelle giornate del 6-7-8- giugno, girovagando tra gli ambienti del complesso abbaziale si potranno incontrare i tanti figuranti in costume d’epoca, nel prato circostante si potranno visitare gli accampamenti militari, il villaggio di contadini, il borgo dei pescatori, il borgo dei pastori ed il campo degli arcieri. Durante le giornate verranno riprodotti episodi di vita monastica, dimostrazioni di antichi mestieri e animazioni musicali a tema. La giornata conclusiva sarà inoltre arricchita da sfilate, tornei di tiro con l’arco, sbandieratori e mercatini espositivi tematici. Durante l’evento, saranno disponibili cibi medievali e degustazioni ispirate all’alimentazione dell’epoca, organizzate presso i borghi e le taverne situate nel parco abbaziale; e per tutti coloro che desiderano assaggiare la cucina tipica ferrarese, l’Azienda Agricola Corte Madonnina, situata di fianco l’Abbazia, propone tutto l’anno, i gustosi piatti tipici emiliano-romagnoli accompagnati dal “vino del Bosco Eliceo”.

L’abbazia di Pomposa è sicuramente un contesto molto interessante sia dal punto di vista naturalistico che storico, proprio perché offre un’occasione irripetibile per conoscere e per vistare spazi e ambienti carichi di grande suggestione.

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