Alla scoperta di una Napoli nascosta tra le scale

Napoli

Passeggiare per le strade di Napoli è una esperienza che almeno una volta nella vita ci si deve concedere, e non solo per la straordinaria bellezza degli scorci offerti o per la curiosità che possono suscitare i mille risvolti storici ed aneddotici legati ai suoi edifici ed ai suoi vicoli.
Alloggiare in un bed and breakfast a Napoli, possibilmente nel cuore del suo pulsante centro storico, significa anche stabilire una base ottimale da cui partire alla volta di escursioni di trekking urbano, perché a causa della sua stessa conformazione Napoli è città ricchissima di saliscendi.

Gli urbanisti che se ne sono occupati nel corso dei secoli l’hanno dotata di una serie sconfinata di scale, scaloni, pedamentine…tanti piccoli e grandi ritrovati architettonici che si incuneano nel ventre della città e permettevano di salire e scendere tagliando la collina, anche in epoche in cui il trasporto pubblico era di là da venire.Oggi tutte queste scale hanno ugualmente motivo di esistere, e non solo per il loro aspetto legato alla tradizione ma anche perché spesso costituiscono utili scorciatoie; purtroppo in molti casi sono state abbandonate all’incuria ed al degrado, ma da alcuni anni un comitato civico si è dedicato attivamente al loro recupero, iniziativa che fa leva anche su una riqualificazione della città dal punto di vista turistico.
In più di un caso infatti queste vie verticali che tagliano i quartieri offrono la possibilità di memorabili scorci e panorami mozzafiato, tuttavia in moltissimi casi non sono neppure segnalate.
Volendole contare, si è stimato che siano più di 200 percorsi pedonali, ciascuno con una sua storia, in alcuni casi anche più recente di quanto si possa credere: lo scalone monumentale di Montesanto, ad esempio, adesso restituito agli splendori di un tempo dopo decenni di abbandono, è stato set cinematografico per alcune scene del “Giudizio Universale” di Vittorio De Sica, ed oggi periodicamente ospita un mercatino rionale del riciclo.
Se si sale tutto lo scalone, giunti al vertice basta percorrere pochi metri del lunghissimo Corso Vittorio Emanuele per poi ritornare a salire per la Pedamentina di San Martino, ritrovandosi dopo oltre 400 gradini in cima alla collina del Vomero.
Tutto il suo percorso è suggerito anche nelle principali guide turistiche perché sembra quasi sospeso nel tempo, avvolto com’è da sprazzi di campagna; e giunti in cima, ci si può godere una spettacolare vista sul Golfo di Napoli avendo alle spalle la Certosa di San Martino ed individuando in pochi attimi la celebre Spaccanapoli guardando verso il basso.

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Nel nostro itinerario abbiamo scelto di scendere nuovamente, ma seguendo un percorso diverso: quello che dall’altrettanto panoramica Via Falcone digrada verso il mare, attraversando Calata San Francesco, tagliando ancora una volta il Corso Vittorio Emanuele e raggiungendo la Riviera di Chiaia dopo aver percorso Via Arco Mirelli. Siamo stati immediatamente riavvolti dall’inebriante profumo del mare, oltre ad aver scoperto aspetti nascosti di una città che può vantare, tra un vertice e l’altro di queste ascese e discese, musei quali Capodimonte, l’Archeologico Nazionale ed il Madre, solo per citarne alcuni provando ad abbracciare più epoche.
Napoli si è rivelata ancora una volta città in grado di sorprendere anche con il suo sistema urbanistico, meta perfetta per il trekking contemporaneo!

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